L’endoscopia “silenziosa”
La nuova Gastroenterologia
Perché coniare ed attribuire un aggettivo così inconsueto e nello stesso tempo accattivante ad una procedura diagnostica, operativa, strumentale, altamente tecnologica e decisamente invasiva?
Perché è giusto?
E’ arrivato il momento di dire come è ( o come dovrebbe essere ) la “giusta” procedura endoscopica.
Da sempre appassionato dell’endoscopia di qualità e quindi della sedazione in endoscopia ( prerogativa fondamentale dell’esame endoscopico ) il sottoscritto si schiera tra quelli che sognano e sostengono una endoscopia “dolce”, non dolorosa né traumatizzante per il paziente.
Il paziente non si deve lamentare, il che vuol dire che non soffre ed è ben sedato e ben assistito.
Con la giusta sedazione ( efficace ) e nel giusto clima silenzioso.
Non mi dilungo sul contesto organizzativo e sugli aspetti tecnici della sedazione personalizzata e dolce; mi preme invece sottolineare meglio l’aggettivo silenzioso.
Il silenzio va inteso come meccanismo di funzionamento equilibrato tra individui e gruppi , in interazione tra loro.
E’ una particolare forma di linguaggio non verbale, superando l’accezione più comune di assenza di suoni o di rumori. Aggiungendo ed integrando il silenzio correlato all’udito, non va sottovalutata l’importanza della gratificazione degli altri sensi, olfatto e vista.
Il silenzio va letto come sviluppo positivo della relazione interpersonale tra operatori, e nello stesso tempo come equilibrio dei rapporti con i pazienti.
E’ più efficace ed espressivo, a volte, del linguaggio verbale.
Gestualità e sguardi, accompagnati dal silenzio che ne amplifica l’effetto, possono essere un nobile “must”/ strumento di lavoro in ambito medico operativo.
Il silenzio è empatia, stato di grazia, disattiva da un lato le conflittualità e dall’altro crea uno spazio distensivo con maggiore concentrazione della mente e del cuore, particolarmente nei momenti più impegnativi come potrebbe essere per gli esami strumentali.
Esprime calma interiore, intimo benessere, condivisione, intesa ed affiatamento della equipe che esegue l’esame.
Aggiungo, silenzio nell’ambiente ( musica rilassante se richiesta dal paziente ) e una coccola alla fine dell’esame, un biscotto e un bicchiere di thè verde o un caffè al fine di facilitare il pieno risveglio.
Il paziente non deve avere paura della paura, né paura dell’endoscopia ( silenziosa )!
Prof. Ercole De Masi